da Redazione | Feb 4, 2024 | Calabria Natura, Calabria trekking
Alla scoperta della valle del Savuto: un’avventura tra verdi sentieri storici, incantevoli cascate e la bellezza segreta della Cascata di Cannavina
Se sogni una fuga immersa nella natura e nella storia, la Valle del Savuto con la sua maestosa Cascata di Cannavina si presenta come la meta ideale. Situata nella provincia di Cosenza, questa affascinante vallata offre panorami mozzafiato, testimonianze archeologiche e radicate tradizioni locali.
Il fiume Savuto, che conferisce il suo nome alla valle, origina dalle maestose montagne della Sila e sfocia con grazia nel Mar Tirreno. Lungo il suo percorso, ti aspettano incantevoli panorami di boschi lussureggianti, cascate scroscianti, fiumi sinuosi e antichi borghi che conservano intatto il fascino di un’epoca passata. Conosciuto dagli antichi greci come Ocinarus e dai romani come Sabbatus, il fiume ha svolto un ruolo cruciale in importanti eventi storici.
Tra le gemme della Valle del Savuto, spicca la Cascata di Cannavina, un vero capolavoro naturale che si tuffa da un’altezza di 15 metri in un’acqua cristallina e rinfrescante. La cascata, quasi nascosta tra le rocce, è accessibile attraverso un sentiero agevole, adatto anche ai più piccoli (sebbene non consigliato per passeggini).
Per esplorare ulteriori tesori della valle, ti consigliamo di seguire i sentieri indicati dall’associazione Trekking Savuto Sila, impegnata nella manutenzione e nella segnaletica lungo il fiume.
Tra le opzioni proposte, spiccano tre percorsi principali: il sentiero “Tra Storia e Leggenda”, che inizia a Rogliano e raggiunge la Cascata di Cannavina e il Ponte di Tavolaria ( costruito al tempo in cui la Calabria fu sotto il dominio spagnolo e risale al 1592 ) su una distanza di circa 5 km; il sentiero “Wild Savuto”, che forma un anello di circa 12 km attraverso boschi e torrenti; e il sentiero dei “Tre Ponti”, un percorso di 20 km che attraversa tre storici ponti, offrendo un’esperienza memorabile tra la storia e la natura della Valle del Savuto.
da Redazione | Gen 24, 2024 | Calabria Natura, Calabria trekking
Ci sono storie che aleggiano tra i boschi. Storie e leggende che si tramandano da generazioni in generazioni nate forse per spiegare vicende oscure o per motivare la bellezza di alcuni luoghi. Soprattutto quando incantevoli gioielli della natura spuntano all’improvviso nei più sparuti angoli del territorio. Così avviene anche in Calabria, terra di luoghi “magici” che ipnotizzano per la loro bellezza e rimandano a racconti fiabeschi per descriverne l’origine.
Una di questi luoghi si trova nei boschi del Reventino, area terminale del massiccio della Sila Piccola.
Qui in territorio di Conflenti, nel Lametino, inoltrandosi per i sentieri emerge come d’incanto a “Petra di Fota”, un monolite alto circa 20 metri.
Il fascino fuori contesto e l’imponenza della rupe, ma soprattutto alcune caratteristiche dei suoi lineamenti ne hanno alimentato una leggenda, quella delle fate del Reventino. Osservando attentamente la sommità si denota che la roccia assume la forma di un trono. Sarebbe, secondo quanto si narra in questa parte della Calabria, il trono della regina delle fate che un tempo vivevano quest’area del bosco. E la cavità posta alla base della rupe costituirebbe un’antica e misteriosa grotta chiusa per magia.
Le fate del Reventino, “u monachiallu” e il mito della chiesa inghiottita
La leggenda, nata da queste caratteristiche, racconta che in un tempo remoto le ninfe dei boschi che popolavano la zona decisero di costruire qui una chiesetta. Per questo inviarono “u monachiallu”, un garzone misterioso, che si mise ad assoldare dei muratori per compiere l’opera. Gli uomini iniziarono a realizzare quella struttura ed ogni giorno il garzone portava loro cibi e bevande prelibate – preparati dalle fate – per ringraziarli dell’attività. Tutto sembrava andare nel migliore dei modi, fino a quando gli operai iniziarono a chiedere insistentemente a “u monachiallu” chi avesse preparato quegli squisiti manicaretti. Non potendo tradire le fate, non rivelò l’origine e per questo fu ucciso – in un momento di follia – dai muratori.
Così le fate sparirono come anche il cibo per gli operai – che per questo andarono via – e la chiesetta che stava sorgendo sprofondò sotto terra in un punto che ancora viene chiamata per questo “a fossa da gghiesa”. Stando ai racconti, chiunque si ritrovi in questi luoghi, sentirebbe ancora il suono delle campane di quella chiesetta rimasta incompiuta. C’è chi dice che quelle fate si sarebbero tramutate nelle tante rocce alloctone presenti nella zona, in attesa di risvegliarsi nel momento in cui il Monte Reventino si sarebbe unito a Monte Cocuzzo. Misteri, leggende e fascino che provengono da un luogo che suscita, senza alcun dubbio, forti emozioni.
da Redazione | Gen 13, 2024 | Calabria Natura, Calabria trekking
Il Gran Canyon è sicuramente il più famoso paesaggio del mondo; eppure c’è un pezzetto di Arizona anche in Calabria e che ancora non ha un suo nome.
Se volessimo parlare della Calabria magnifica non basterebbero le pagine di un’enciclopedia. Le bellezze della punta dello stivale non sono sempre note: neanche i calabresi conoscono tutte le attrazioni naturali della loro regione.
Una di queste meraviglie è il Canyon Buttisco, conosciuto anche come Canyon di Rocca Boara. In realtà, un suo nome non ce lo ha ancora. Chi conosce la zona lo ha sempre chiamato così, ma geologicamente non ha una denominazione propria.
Al di là della connotazione scientifica, i curiosi che sono riusciti a inoltrarsi in questo gioiello della natura hanno portato come testimonianza foto e racconti.
Sembra che una parte dei canyon più famosi – quelli americani o africani – abbia preferito il clima mediterraneo. Precisamente tra le colline di San Lazzaro, a Motta San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria.
I canyon calabresi: una vera e continua sorpresa
Di questa incredibile realtà ne hanno parlato sia Aspromonte Wild sia l’associazione culturale Mistery Hunters. Aspromonte Wild si occupa di escursioni nel territorio aspromontano, alla ricerca di posti incontaminati e selvaggi, mentre l’associazione di Mistery Hunters è alla ricerca di storie e posti pressoché sconosciuti.
“Dall’ennesima esplorazione di Aspromonte wild del 2021 nasce l’itinerario del Canyon del Buttisco, una delle vie d’acqua più affascinanti e suggestive degli ultimi anni, una vera ed inaspettata sorpresa tra le colline di Lazzaro, nel Comune di Motta San Giovanni. L’ingresso al canyon ben nascosto dalla Rocca sovrastante la valle toglie il fiato, una vera ispirazione, da godere con tutti e cinque i sensi impiegando più tempo possibile affinché non sfugga nulla, l’incanto delle forme, le prospettive verticali e i mille odori concentrati in pochi metri circondati da vecchie arenarie strapiene di fossili. Le nostre vie d’acqua continueranno attraverso impluvi per raggiungere l’antica mastra di un mulino e percorrerla fino alla vista della Saitta e del Mulino stesso. Escursione adatta a tutti.”
Mistery Hunters: una nuova scoperta in Calabria ancora senza nome
“Ecco di nuovo l’Aspromonte delle sorprese… e che sorprese!!! A Lazzaro, nel Comune di Motta San Giovanni, è da poco stato individuato un canyon costituito da una roccia chiara colore ocra, compatta, liscia, slanciata, elegante. Vecchie arenarie piene di fossili creano forme inimmaginabili: è la natura che trionfa. Sembra di essere in Medioriente oppure in Arizona ed invece siamo in Calabria, in un luogo che ancora non ha un nome certificato, infatti c’è chi lo chiama “Canyon del Buttisco” e chi “Canyon di Rocca Boara”.La zona è abbastanza selvaggia e dunque è meglio andarci con guide qualificate e certificate. Non smette mai di stupire la nostra meravigliosa Calabria con i suoi molteplici e meravigliosi luoghi nascosti.“
da Redazione | Gen 6, 2024 | Blog/News, Calabria Natura, Calabria trekking
Il primo sentiero tutelato come percorso tra storia, cultura e paesaggio dal Ministero della Cultura
ROMA E’ stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la dichiarazione di notevole interesse pubblico degli immobili e delle aree ricadenti nel perimetro del Sentiero del Brigante da sottoporre a tutela paesaggistica. Lo comunica l’Agenzia Cult. Si tratta del più vasto provvedimento di tutela paesaggistico in Calabria ed è il primo sentiero tutelato come percorso tra storia, cultura e paesaggio dal Ministero della Cultura.
Il sentiero
Il Sentiero del brigante ( info su www.sentierodelbrigante.it ) si estende lungo 140 km, dall’Aspromonte alle Serre, attraversa 2 province, incrocia 31 Comuni e 5 centri storici delle province di Reggio Calabria e Vibo Valentia, entrambi tutelati dal punto di vista paesaggistico che rappresentano i fulcri nodali di percezione del paesaggio urbano del contesto che si sta tutelando: Fabrizia, Mongiana, Bivongi, Serra San Bruno e Santo Stefano in Aspromonte.
Sentiero del Brigante: tutela paesaggistica in Calabria
Il provvedimento oltre a tutelare gli aspetti naturalistici, protegge anche centri storici attraverso regole qualitative condivise per la gestione delle trasformazioni in atto e future. Il Sentiero del brigante è un percorso culturale che diventa esperienza di conoscenza dei luoghi e di protezione dell’ambiente, della cultura e delle tradizioni, promozione delle risorse del territorio e sistema turistico alternativo e integrato. Si caratterizza infatti per il suo grande interesse naturalistico grazie alla presenza di foreste, torrenti, ruscelli, cascate, paesaggi alpestri e mediterranei, insediamenti rurali, dimore nobiliari, centri abitati, emergenze architettoniche, siti di archeologia industriale.
Dotato di segnavia di colore rosso-bianco-rosso con sigla SB nelle due direzioni di marcia, attraversa il Parco Nazionale dell’Aspromonte e il Parco Regionale delle Serre. Da Gambarie a Carmelia, si articola in varie tappe, Zervò, Trepitò, Passo del Mercante, Passo della Limina, Mongiana, Bivongi, fino a Stilo, con strutture d’accoglienza lungo il cammino o nelle sue immediate vicinanze e può essere percorso a piedi, in mountain bike o a cavallo ed è indicato in alcuni tratti per le attività didattiche. Dall’inizio alla fine il sentiero incontra numerosi siti di grande interesse, antiche dimore nobiliari, strutture fortificate, resti archeologici, boschi ricchi di biodiversità, viste emozionanti, villaggi caratteristici e diventa così accoglienza del popolo dei viaggiatori.
Il provvedimento di tutela paesaggistica del Sentiero del Brigante in Calabria permette di valorizzare, divulgare e proteggere ulteriormente una vasta zona ambientale di primaria importanza naturalistica della Calabria e di tutto il Sud Italia.
da Redazione | Dic 26, 2023 | Calabria Natura, Calabria Parchi
Nibbio reale in Aspromonte
Life Milvus è il nome del progetto attraverso il quale è stata messa in campo un’importante attività mirata a ripopolare il Parco Nazionale dell’Aspromonte con i nibbi reali. Il progetto è cofinanziato dalla Commissione Europea, della quale l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte è coordinatore, affiancato da E-Distribuzione S.p.A, da Regione Calabria e dall’associazione Conservatoire des espaces naturels de Corse (Corsica). Dai responsabili del progetto Life Milvus si apprendono le ultime, buone, notizie sugli otto nibbi reali rilasciati lo scorso luglio 2023 nel Parco Nazionale dell’Aspromonte.
I giovani esemplari originari del Cantone di Friburgo, in Svizzera, sono costantemente monitorati dal team di ornitologi del progetto. In autunno, in genere, una parte della popolazione svizzera migra verso sud per svernare nella Francia o nella Spagna meridionale, mentre una parte rimane in Svizzera anche durante la stagione invernale. Non era quindi scontato il comportamento dei giovani esemplari trasferiti in Calabria. Gli otto nibbi reali liberati nel Parco Nazionale dell’Aspromonte per ora si sono suddivisi equamente: ad oggi, quattro di essi sono rimasti in Calabria meridionale, mentre quattro si sono trasferiti nella parte centro settentrionale della Sicilia. I quattro individui approdati in Sicilia si sono aggregati ad altri conspecifici con i quali condividono i dormitori (roost), secondo un’abitudine tipica della specie.
Il progetto LIFE MILVUS – “Misure per la conservazione del nibbio reale in Calabria (Italia) e in Corsica (Francia)” (LIFE18 NAT/IT/000917) ha come obiettivi principali l’insediamento di una popolazione di nibbio reale nel Parco Nazionale dell’Aspromonte e la conservazione a lungo termine della specie in Corsica. Partito ad ottobre 2019, il progetto, coordinato dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, si concluderà nel 2025.
da Redazione | Dic 20, 2023 | Calabria Natura
La magia di una locomotiva a vapore tra i boschi innevati. Hai mai pensato di viaggiare su una locomotiva a vapore in Calabria, tra i boschi ricoperti di neve del Parco Nazionale della Sila?
Il Treno della Sila è un’esperienza d’altri tempi, che cattura ed emoziona in ogni stagione dell’anno ma offre un tocco di magia in più proprio durante le feste natalizie, quando il paesaggio attorno è un bosco innevato e a bordo succedono cose straordinarie: dall’incontro con Babbo Natale a un finto “assalto di briganti”, passando per la degustazione di dolci e prodotti tipici natalizi.
Vieni a scoprire il Treno della Sila, un’esperienza romantica da vivere in coppia o un percorso divertente con amici e famiglia.
Il Treno della Sila che sbuffa tra i boschi
Salire a bordo del Treno della Sila significa tornare indietro nel tempo, agli inizi del Novecento, quando la locomotiva a vapore, oggi rimessa a nuovo, era fiammante di fabbrica e si inerpicava sulle pendenze dell’Altopiano Silano lungo la linea “a scartamento ridotto” più alta d’Europa (otre 1400 metri d’altitudine).
La locomotiva a vapore FCL 353 fu costruita nel 1925 dalla società August Borsig di Berlino ed è oggi l’ultimo esemplare della sua categoria. Ecco perché è un’emozione profonda ascoltare il fischio del capotreno che invita adulti e bambini a salire a bordo delle antiche carrozze di legno originali, firmate “Carminati & Toselli” di Milano, con finestrini apribili; affacciarsi ai balconcini di ghisa tra l’una e l’altra e godersi un viaggio a ritmo lento, di quelli davvero “slow” e a contatto con la natura.
Cosa aspettarsi sulla vecchia FCL 353? Un percorso immerso in un panorama da fiaba, tra i boschi e le radure del Parco Nazionale della Sila, in compagnia di un equipaggio cortese, capace di raccontare la storia del treno e compiere ancora oggi tutte le manovre a mano.
Tra una tappa e l’altra, il Treno della Sila trasforma il viaggio in un’esperienza da vivere con tutti i sensi: rappresentazioni in costume, incontri sorprendenti, musica dal vivo e degustazioni di stagione sono gli elementi aggiuntivi che rendono unica questa corsa indietro nel tempo, già di per sé indimenticabile.
Cosa vedere lungo il percorso
Il Treno della Sila parte dalla stazione di Camigliatello Silano, frazione montana e sciistica del Comune di Spezzano della Sila, e arriva a destinazione nella deliziosa stazioncina di San Nicola Silvana Mansio, Comune di Casali del Manco, entrambe in provincia di Cosenza.
Prima di salire a bordo, un giro per Camigliatello offre l’opportunità di conoscere una delle storiche stazioni sciistiche calabresi, e degustare qualche buon prodotto tipico a marchio tra le numerose botteghe e gastronomie che caratterizzano questo irresistibile centro turistico montano.
Ad esempio, qui è d’obbligo assaggiare i piatti a base della dolcissima Patata della Sila IGP e acquistare un Caciocavallo Silano DOP.
Una volta partiti, il Treno della Sila percorre un itinerario di circa 3 ore, completamente immerso in un bosco di pini larici, faggi secolari e abeti bianchi.
All’arrivo, la pittoresca stazione di San Nicola Silvana Mansio (in località Serra Pedace, oggi Comune di Casali del Manco), tinteggiata di bianco e verde, è la sosta perfetta per assistere alle sapienti manovre manuali attraverso le quali i macchinisti girano la locomotiva su se stessa e la predispongono al viaggio di ritorno.