da Redazione | Dic 4, 2023 | Blog/News, Calabria enoturistica
In Calabria, questo lembo di terra, primo approdo degli antichi greci affacciato sul Mar Jonio, è da sempre vocato alla viticoltura. Dai vitigni autoctoni recuperati attraverso ricerche storiche fino a percorsi sostenibili nella natura incontaminata della tenuta, ecco come la famiglia Librandi ha deciso, da tre generazioni, di valorizzarlo.
Osservando lo stemma comunale di Cirò Marina si nota un profilo maschile dalla folta capigliatura formata da grappoli d’uva. Si tratta di Dioniso, o Bacco, la divinità del vino e della vite nella mitologia classica. Un’icona perfetta per la cittadina nella provincia di Crotone, punto di riferimento della produzione vinicola calabrese e tappa obbligata per i wine lover di tutto il mondo.
Questo territorio, ricco di tesori di mare e di terra che offrono prodotti di grande eccellenza come vini e agrumi, è meta importante anche per gli appassionati di archeologia, grazie alla presenza di moltissime aree storiche ricche di reperti, che ne documentano il grandioso passato fin dai tempi della Magna Grecia. Nota e amata dagli appassionati di mare e sport acquatici, grazie alle coste meravigliose che si sono guadagnate il titolo di bandiera blu e verde, Cirò Marina recentemente è diventata punto di riferimento per gli appassionati di wine trekking.
Antichi territori vitivinicoli tutti da scoprire
Cirò Marina è una meta incantevole, che rappresenta alla perfezione la storia e l’anima della vite e del vino di questa terra, dove pianure e colline a ridosso del mare si sono adattate e trasformate in una grande varietà di sottozone, ognuna con il proprio carattere e peculiarità.
È proprio qui che i primi coloni greci sbarcati sulle coste, rimasero impressionati dalla fertilità di questa terra e portarono nuovi vitigni da impiantare, che avrebbero contribuito alla nascita del Cremissa, il vino che si narra fosse il premio delle antiche olimpiadi.
Storie di famiglia, tradizione e innovazione
L’esperienza enoturistica durante un viaggio a Cirò Marina diventa ancora più coinvolgente se alla bellezza del panorama si aggiunge la possibilità di poter visitare uno dei luoghi più caratteristici della zona: l’azienda vinicola Librandi, che da tre generazioni è ambasciatrice nel mondo della viticoltura calabrese con i suoi 350 ettari tra vigneti, oliveti e boschi.
Si tratta di una “famiglia del vino” sempre impegnata a diffondere la conoscenza del patrimonio locale. Pionieri della ricerca in ambito vitivinicolo, i Librandi hanno riscoperto vitigni autoctoni ormai dimenticati o perduti e avviato percorsi storico-antropologici, viticoli, enologici e genetici, al fine di conservare e valorizzare al meglio le caratteristiche delle varietà autoctone calabre.
Un lavoro che si è ulteriormente ampliato nel 1997 con l’acquisto della tenuta Rosaneti, dove sono stati creati vigneti sperimentali, tra i quali il giardino varietale. Questa collezione di vitigni autoctoni accoglie attualmente circa 200 varietà recuperate su tutto il territorio regionale, disposte in un vigneto dalla caratteristica forma a spirale. Un lavoro di ricerca complesso e con diversi obiettivi scientifici. Tra questi spicca ovviamente il lavoro di selezione clonale che ha portato alla registrazione dei primi cloni ufficiali di Gaglioppo, Magliocco e Pecorello, messi a disposizione di tutti i viticoltori calabresi.
Esperienze enoturistiche, Museo della Viticultura, percorsi cicloturistici e degustazioni sostenibili
Per i visitatori e gli enoturisti più appassionati, la cantina Librandi offre esperienze in linea con la propria filosofia di vita, nel segno della valorizzazione della natura. La proposta più completa è la Giornata Librandi, che inizia in cantina, con una visita completa delle varie sezioni, per poi partire alla volta dei vigneti dell’azienda Rosaneti, da visitare a bordo degli storici pick-up, che raggiungono tutti gli angoli della proprietà, e raggiungere il Museo della Viticoltura e del Vino, VI.TE.S. (Viticoltura, Territorio, Storia): si tratta di otto sale che, attraverso la collezione di attrezzi d’epoca, raccontano in modo didattico il passato della viticoltura calabrese, dalla Magna Grecia alla Calabria moderna. Il museo, fortemente voluto da Nicodemo Librandi, è oggi in continua evoluzione ed è situato nel casolare di inizio ‘800 nel cuore dell’azienda, perfetto per effettuare una degustazione dei vini e dei prodotti tipici, per poi trascorrere un pomeriggio all’insegna del relax, passeggiando tra i filari.
Il territorio incontaminato della tenuta diventa, così, lo spazio in cui il visitatore può sentirsi libero di muoversi, tra passeggiate e percorsi cicloturistici che si snodano all’interno dei vigneti, vivendo un’esperienza immersiva all’aria aperta tra sport, cultura e degustazioni, in uno scenario incorniciato dai vicini borghi abbarbicati sulle colline circostanti. Come in un viaggio fuori dal tempo.
da Redazione | Nov 29, 2023 | Blog/News, Calabria Parchi
Nel novembre del 1993, due anni dopo la legge-quadro sulle aree protette, è stato istituito il più vasto Parco italiano per estensione. Un mondo di rocce, lupi, pini loricati e tradizioni che regala emozioni uniche.
L’Italia della natura protetta ha fatto un balzo in avanti meno di due anni prima, quando il Parlamento ha approvato la legge n. 394 del 6 dicembre 1991. Un provvedimento che gli ambientalisti chiedevano a gran voce da decenni, che mette fine a una lunga discussione in materia di Parchi e Riserve, che ha un enorme impatto sul territorio. Grazie alla legge-quadro, in pochi anni, i Parchi nazionali italiani salgono da cinque a una ventina (oggi sono 26) compreso il Parco nazionale del Pollino.
La vigilanza sui Parchi, con l’eccezione di quelli “storici” del Gran Paradiso e d’Abruzzo, viene affidata al Corpo Forestale dello Stato, che poi lascerà il posto ai Carabinieri Forestali.
Tra il 1988 e il 1989, mentre la legge-quadro è in discussione, altri Parchi nazionali come quelli dei Sibillini e del Pollino, hanno iniziato a nascere grazie a dei decreti-legge appositi. Dopo l’approvazione della legge 394, dei provvedimenti specifici formalizzano via via l’istituzione e le planimetrie dei nuovi Parchi. Uno di questi, del 15 novembre del 1993, sancisce la nascita del Parco Nazionale del Pollino.
Caratteristiche e Biodiversità del Parco
Si tratta di un’area protetta che con i suoi 192.565 ettari è la più vasta d’Italia (la seguono il Cilento-Vallo di Diano e il Gran Sasso-Laga), che interessa due Regioni (Basilicata e Calabria), tre Province (Cosenza, Matera e Potenza) e ben 82 Comuni. La sede dell’Ente Parco è a Rotonda, sul versante lucano.
Oltre al massiccio del Pollino e della Serra Dolcedorme, che con i suoi 2266 metri è la vetta più alta, fanno parte del Parco il Monte Alpi di Latronico, in Basilicata, le selvagge vette dell’Orsomarso in Calabria, e ampie zone collinari affacciate sul Tirreno e sullo Jonio. L’area naturale che gode di un ampio prestigio naturalistico è composta di rocce dolomitiche, di bastioni calcarei, di pareti di faglia di origine architettonica, di dirupi, di gole molto profonde, di grotte carsiche, di timpe di origine vulcanica, di inghiottitoi, di pianori, di prati, di pascoli posti ad alta quota, di accumuli morenici, di circhi glaciali e di massi erratici.
Grazie al Parco, vengono tutelati monumenti naturali come il canyon del Raganello e la valle del Lao, migliaia di ettari di rigogliose faggete, l’intero areale del pino loricato, una conifera dalla forma bizzarra e contorta che cresce nelle aree più rocciose e più impervie. Qualche anno prima, ai piedi della Serra delle Ciavole, erano stati individuati due esemplari di pini loricati vicini ai 1.000 anni di età.
Nel Parco Nazionale del Pollino, dal momento della sua istituzione, vivono il lupo, l’aquila reale, il capriolo, lo scoiattolo meridionale (dal pelame molto scuro), il gufo reale e il microscopico driomio calabrese, un roditore presente solo su poche montagne del Sud. Negli anni successivi verrà reintrodotto l’avvoltoio grifone e sarà confermata la presenza della lontra nei fiumi.
Sviluppo del Parco Nazionale del Pollino
Grazie al Parco, negli anni, si rilanciano sapori e prodotti del territorio, nasce una rete di centri visitatori e musei, cresce l’afflusso verso siti storici straordinari come la Grotta del Romito, presso Papasidero, dove il graffito di un “bos primigenius” è tra i capolavori dell’arte preistorica europea. Partono i progetti a tutela della cultura degli “Arbëreshë”, i discendenti degli albanesi immigrati tra il Quattro e il Cinquecento, durante l’invasione turca dei Balcani.
Tra gli escursionisti, già da anni, sono famosi i sentieri che salgono al Pollino, alla Serra del Prete e al Dolcedorme, e dopo il 1993 iniziano a essere frequentati anche i massicci meno noti. La creazione di una rete di sentieri segnati è più recente.
Oltre all’escursionismo a piedi si sviluppano quelli in mountain-bike e a cavallo, lo scialpinismo e le ciaspole, l’alpinismo invernale, la discesa dei canyon e il rafting sulle acque del Lao. La speleologia, come racconterà nel 2021 il film “Il buco” di Michelangelo Frammartino, è praticata da decenni. Il titolo di Geoparco dell’UNESCO, che si aggiunge da qualche anno a quello di Parco nazionale, conferma la bellezza e l’interesse scientifico di grotte, canyon e altre formazioni rocciose.
“Nell’ambito delle complesse sfide che ci aspettano, il Pollino e gli altri i Parchi avranno un ruolo di laboratori dove sperimentare modelli virtuosi di convivenza con la natura” ha detto la presidente Viola. “Essere parte di un’area protetta è un valore aggiunto e una straordinaria opportunità di sviluppo locale”.
da Redazione | Nov 27, 2023 | Blog/News
Fin dall’antichità poche regioni italiane sono state percorse in lungo e in largo come la Calabria dai grandi viaggiatori della Storia, attratti non soltanto dalle bellezze del territorio ma anche dalla sua civiltà distillata nei millenni, in particolare dall’etica e dall’alta spiritualità mista alla filosofia e all’arte
Tra i viaggiatori etici più recenti vi è il noto regista tedesco Wim Wenders il quale (dopo averci girato il suo film “Il Volo”) ha dichiarato ai tanti Premi Nobel per la Pace riuniti a Berlino nel loro 10° Summit il 10 novembre 2009: “La vera utopia non è la caduta del muro ma quello che è stato realizzato in alcuni paesi della Calabria, Riace in testa. Il vero miracolo non è qua, ma in Calabria, dove per la prima volta ho davvero visto un mondo migliore.” Inoltre ha affermato che: “Il coraggio e l’ospitalità dimostrata dalla cittadina di Riace mi hanno colpito profondamente e rappresentano una luce di speranza in un tempo contrassegnato in tutta Europa dal buio della xenofobia e del nazionalismo.”
Illustri viaggiatori della Storia
Dallo storico Erodoto (484-425 a.C.) a Stendhal (1783-1842), da San Bruno da Colonia (1030-1101) a Norman Douglas (1868-1952), da Gerhard Rohlfs (1892-1986) a Gertrude Slaughter (1870-1963) una infinità di viaggiatori e di studiosi italiani ed esteri hanno amato e raccontato la Calabria. Ad alcuni di loro è stata pure intitolata qualche toponomastica, come “Piazza Gerhard Rohlfs” a Badolato Marina alla presenza dei figli il 14 luglio 2002.
Calabria la prima Italia
Una citazione più approfondita merita il libro “Calabria la prima Italia” un’ampia ed erudita monografia, scritta dalla scrittrice americana Gertrude Slaughter a seguito del suo lungo soggiorno in Italia e dei suoi viaggi in Calabria. Pubblicata nel 1939 dalla University of Wisconsin Press di Madison, l’opera è costituita da una prefazione, in cui l’autrice spiega perché la Calabria venne denominata Italia, e trentuno capitoli, suddivisi in sei parti, dedicate all’analisi delle principali epoche storiche: dalla Magna Grecia al Dominio spagnolo.
Il libro “Calabria la prima Italia”, appena pubblicato in una nuova edizione da Meligrana Editore di Tropea, è il risultato di approfondite ricerche e di un’accurata analisi di culture: da quella greco-romana fino a quella rinascimentale. Dalle prime pagine, oltre la notevole formazione classica dell’autrice, traspare la sua sensibilità e l’amore per questa regione italiana; innamoramento che si palesa più esplicitamente alla fine di alcuni capitoli, nella caparbia volontà di definire la Calabria la prima Italia, per porre in quella terra le origini della cultura della futura Italia.
Uno dei motivi più importanti per cui conviene realizzare uno o più circuiti “sulle orme dei grandi viaggiatori in Calabria” è quello di attrarre maggiore e migliore turismo dalle loro nazioni di appartenenza, ma anche per invogliare gli stessi italiani, in particolare i calabresi, a seguire e scoprire i loro itinerari assorbendone i contenuti storici. Inoltre, converrebbe che ogni biblioteca, pubblica e privata, possa avere uno speciale “Scaffale dei viaggiatori” nella nostra regione per poterla conoscere ed amare di più. Infatti, quasi tutti, viaggiatori e studiosi, hanno lasciato traccia scritta dei loro itinerari e struggenti attestati d’affetto.
da Redazione | Nov 21, 2023 | Calabria Natura, Calabria Parchi
Ali maestose della Calabria: il trionfo della conservazione con il ritorno del Grifone, una storia di adattamento straordinario e avvistamenti epici a oltre 1200 metri d’altitudine
Il Grifone (Gyps fulvus), imponente rapace che si distingue come il più grande uccello della Calabria, ha vissuto una notevole storia di reintroduzione nella regione a partire dagli anni 2000. Questo imponente volatile ha trovato il suo rifugio lungo le valli del Raganello, all’interno del territorio di Civita, una località incastonata nel cuore del suggestivo Parco Nazionale del Pollino.
La grandiosità del Grifone è enfatizzata dalla sua apertura alare, che in età adulta può estendersi fino a 240 cm, raggiungendo eccezionalmente anche i 280 cm. Questo conferisce a questa specie di rapace una presenza maestosa e imponente che ne fa uno degli esemplari più significativi dell’avifauna calabrese.
Un episodio di rilievo risale a febbraio del 2020, quando un maestoso esemplare originario dell’area di Civita è stato recuperato a Cirella, confermando la capacità di questi uccelli di spostarsi attraverso la regione calabrese e oltre.
Ancora più recentemente, nel febbraio del 2023, è stato segnalato un avvistamento straordinario di un Grifone nel Parco Nazionale della Sila. L’uccello è stato osservato a un’altitudine sorprendente, superando i 1200 metri, nelle vicinanze del comune di San Giovanni in Fiore, situato nella provincia di Cosenza. Questo avvistamento rappresenta un significativo ampliamento del raggio di distribuzione della specie, evidenziando la sua capacità di adattarsi a diverse aree geografiche della Calabria.
Il Grifone continua a suscitare meraviglia e interesse nella regione calabrese, confermandosi non solo come il più grande uccello della zona ma anche come un simbolo di successo per gli sforzi di conservazione e reintroduzione compiuti negli ultimi decenni. La sua presenza, sia in territori noti come le valli del Raganello che in luoghi precedentemente inesplorati come la Sila, testimonia la vitalità di questi sforzi e l’importanza di preservare e proteggere la ricca diversità faunistica della Calabria.
da Redazione | Nov 18, 2023 | Calabria Borghi, Calabria trekking
Il Sentiero dell’inglese nella Calabria grecanica è costituito da sette tappe percorribili in sette giorni, alla scoperta di piccoli borghi e paesaggi mozzafiato. Un itinerario escursionistico sulle orme del paesaggista britannico che nel 1847 raccontò le bellezze dell’Aspromonte del suo “Diario di un viaggio a piedi”
Segue le tracce di Edward Lear, viaggiatore e paesaggista inglese dell’800 che si inoltrò nell’Aspromonte, il Sentiero dell’inglese, un cammino di 7 giorni all’interno della Calabria grecanica, alla scoperta di paesi abbandonati, paesaggi incredibili, fiumare e borghi da visitare.
Il sentiero dell’inglese nella Calabria grecanica sulle tracce di Edward Lear
Un itinerario di tipo escursionistico, quindi adatto ai più “allenati”, nato nel 1994 grazie ad un progetto del Wwf Italia nell’ambito del programma pilota Cadispa – Conservazione e sviluppo in aree scarsamente popolate -, all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte, tramite l’ospitalità diffusa.
Il Sentiero dell’inglese nella Calabria grecanica deve il nome proprio a Edward Lear, che decise di intraprendere un viaggio nelle terre del Regno delle Due Sicilie, nel 1847, e di andare alla scoperta anche della Calabria, raccontandone le bellezze nel suo “Il diario di un viaggio a piedi”.
Prendendo spunto dagli scritti di Lear, si diede vita all’itinerario lungo il quale si può trovare una rete di servizi turistici offerti dalle comunità dei piccoli paesi della zona grecanica aspromontana, l’Ospitalità Diffusa. Sperimentata per la prima volta da un gruppo di 16 tedeschi, promuove un modello di turismo etico, non di massa, rispettoso dei luoghi e della cultura del posto, che coinvolge tutte le comunità, le quali traggono numerosi benefici dal modello di ospitalità.
Favorisce ad esempio i legami tra paesi, valorizzando le risorse presenti e permettendo a tutti di contribuire alla crescita culturale e civile delle comunità stesse.
Il rilancio del cammino nel 2019
La sinergia tra Naturaliter (www.naturaliterweb.it ) che si occupa di trekking e ospitalità, e Compagnia dei Cammini, associazione nata per diffondere la cultura del camminare in Italia, permette nel 2019 la ripresa del cammino, con la revisione del percorso, una nuova segnaletica, tracce GPS gratuite e una nuova mappa.
Si dà così vita ad un trekking itinerante da godere anche insieme a guide esperte per scoprire l’area grecanica più affascinante, fatta di tradizioni, buon cibo, bellezze da vedere, e saperi locali, al fine di valorizzarle e renderle fruibili a chi vuole scoprire la vera essenza della Calabria Grecanica.
Il progetto coinvolge l’intera comunità locale dei piccoli centri presenti: dalle famiglie, alle associazioni, agli artigiani, e ancora pastori, operai idraulico-forestali, piccoli imprenditori.
Per realizzarlo, gli ideatori del cammino non hanno mai usufruito di finanziamenti pubblici di alcun genere. Prendendosi cura dei sentieri e dando supporto logistico ai camminatori, che provengono anche dall’Estero, danno la possibilità alla comunità locale di sviluppare una microeconomia basata sull’accoglienza, allontanando così l’ombra del processo di spopolamento purtroppo sempre più vicina ad alcuni territori.
Sette tappe in sette giorni
Varie le località da visitare durante il cammino diviso in sette tappe, da fare in sette giornate: la partenza è da Pentedattilo, il paese abbandonato su cui spicca una roccia a forma di cinque dita, per arrivare a Bagaladi, situato su una collina ai piedi del Monte Sant’Angelo; da Bagaladi si va poi verso Amendolea di Condofuri, nella Vallata dell’Amendolea dominata dalla Fiumara che porta lo stesso nome; si prosegue poi per Bova, uno dei borghi più belli d’Italia, andando all’esplorazione anche di Gallicianò, una piccola frazione in cui abitano 60 persone dove si può visitare la chiesa ortodossa; da Bova al punto panoramico di Monte Grosso e ritorno; per poi andare verso Palizzi, il borgo medievale più a sud d’Italia; da Palizzi a Pietrapennata, piccolo borgo semi abbandonato contornato da grandi rocce; e infine l’ultima tappa, da Pietrapennata a Staiti, il più piccolo comune della Calabria, valicando Monte Cerasia.
In ogni tappa c’è sempre un referente, che può essere un’associazione, un agriturismo, un B&B, pronti a dare accoglienza, sostegno e informazioni per la successiva tappa, e per chi percorre completamente il cammino, viene rilasciato un attestato.
Il Sentiero dell’Inglese ( https://sentierodellinglese.wordpress.com/contatti/ ) nasce con la chiara missione di rendere fruibili ai viaggiatori di tutto il mondo questi angoli incontaminati di Calabria, e far godere tutti loro delle grandi bellezze custodite tra le valli d’Aspromonte.