da Redazione | Ott 28, 2025 | Calabria Natura, Calabria trekking
Alla scoperta delle meraviglie della Calabria. Oggi vi portiamo nel cuore della Costa Viola sul sentiero del Tracciolino tra Palmi e Seminara con vista su Bagnara. Il Tracciolino è fra i percorsi di trekking più belli e suggestivi di tutta la regione. Una splendida terrazza panoramica sullo Stretto di Messina e le Isole Eolie. Un viaggio su questo antico sentiero tra storia, natura e luoghi incontaminati. Seguiteci in questo viaggio sul Tracciolino.
Il legame con le fontane a Palmi
Olmo e Vitica le due fontane ubicate nel centro di Palmi: fornivano l’acqua dal sentiero del Tracciolino. Il Tracciolino è infatti un’opera di ingegneria idraulica usata per quasi quattro secoli per rifornire Palmi di acqua potabile. Oggi i quattro canali presenti nel centro di Palmi sono alimentati dalla sorgente Vitica perchè nonostante la fonte Olmo sia ancora oggi ricca di acqua, dagli anni settanta la tubazione è stata interrotta. Prima la tubatura era fatta da tubi fatti di terracotta dai ceramisti seminaresi. Loro pietrificavano l’interno dei tubi perchè con la semplice tubatura in terracotta sarebbe stato impossibile far giungere l’acqua fino a Palmi. Con questo sistema portavano l’acqua fino all’attuale piazza Primo Maggio, all’epoca si chiamava Piazza Mercato.
La Marinella
Il primo punto panoramico percorrendo il sentiero da Palmi, da sotto praticamente le strade dove è sita oggi la Casa della Cultura, è appunto la spiaggia della Marinella. Anticamente era il borgo dei pescatori della cittadella ed è uno dei primi punti di attrazione del sentiero del Tracciolino.
Sotto il monte Sant’Elia
In quest’area vivevano molti monaci bizantini all’interno di alcune grotte. Una di queste è ancora visitabile: qui il monaco aveva il suo dormitorio. L’influenza di queste comunità monastiche si vede anche nella costruzione dei muretti a secco: si dice che lungo la Costa Viola ci siano più di 400 muretti a secco e la tecnologia con la quale sono costruiti cambia rispetto al periodo in cui sono stati costruiti: bizantino o normanno.
I tubi di terracotta lungo il percorso
Lungo il percorso sono ancora visibili i tubi di terracotta: sono smaltati all’interno e grazie a quest’innovazione si è riusciti a portare l’acqua dalla sorgente Olmo fino a Palmi fino a qualche decennio fa.
Due punti particolari
Sul Tracciolino erano presenti anche i punti di dogana: i contadini dopo aver coltivato la terra per passare da una frontiera all’altra dovevano pagare dazio. Questo per far comprendere il significato della chiusura dei territori al libero passaggio delle persone.
Profumi e aromi sempre diversi
Lungo il percorso del Tracciolino è possibile soffermarsi e ammirare svariate piante aromatiche: tra queste ecco il mirto, ma anche l’origano, il finocchietto, la ginestra. Ci sono aromi e profumi diversi tra loro e c’è anche un tipo molto particolare di felce che cresce nelle zone più umide dove il sole batte di meno.
L’acqua dei cacciatori
Tra i punti più suggestivi del Tracciolino. Si chiama così per via delle tante vasche di decantazione che ci sono lungo il percorso: servivano per decantare l’acqua e per evitare il reflusso dovuto alla mancanza d’aria. C’erano delle prese d’aria che consentivano all’acqua di scorrere e i cacciatori grazie a questa vasca potevano attingerne. Altro elemento rilevante è Pietra Galera: quando avvenivano gli attacchi dei saraceni che catturavano le persone nell’entroterra, i saraceni li abbandonavano nella roccia e tornavano nell’entroterra a prendere altri schiavi sapendo che questi non sapendo nuotare sarebbero rimasti là. Ecco il perchè del nome di Pietra Galera perchè per gli abitanti era proprio una galera.
I ponti sul Tracciolino
A cavallo tra i territori di Palmi e Seminara è possibile ammirare la vera essenza del Tracciolino. Dei ponti ad arco realizzati in pietra che danno davvero l’idea di quale opera monumentale fosse il sentiero. Un ponte si trova ben visibile e delimita di fatto il passaggio dalla zona di Palmi a quella di Seminara.
Il sentiero si ferma: i rovi non permettono di proseguire
Dopo due anni di Covid, la vegetazione, già lussureggiante, si è ripresa quello che era il sentiero originario. Le associazioni sono intervenute, si sono prodigate nell’opera di pulizia e manutenzione, ma fino a un certo punto. Non avendo grossi mezzi non si è potuto completare la manutenzione del sentiero. L’associazione Indietro Tutta e il Comitato Costa Viola gestiscono 105 km in totale e il Tracciolino nella sua estensione attuale è di 19 km. Sono state scritte diverse lettere agli enti locali e, in particolar modo al Comune di Palmi, senza però ricevere risposta. Sta di fatto che da un certo punto in poi non è più possibile proseguire e occorre necessariamente risalire. Al turista è omesso il passaggio nel punto più suggestivo del Tracciolino con vista sulla meravigliosa, tra le più belle d’Italia, spiaggia di Cala Janculla.
Risalendo verso Piana delle Corone e Barritteri: ecco Cala Leone
Da questo punto, un tornante del sentiero che riporta in quota è possibile ammirare la spiaggetta di Cala Leone. Prende il nome dall’imperatore Leone VI il quale era devoto di Sant’Elia: ha fatto riportare attraverso Daniele, discepolo di Sant’Elia, le spoglie del Santo che è sbarcato qui ed è risalito lungo la costa fino al promontorio in cui è stato costruito il monastero Sant’Elia. Sono episodi che all’incirca risalgono all’anno mille.
da Redazione | Ott 15, 2025 | Calabria ionica, Calabria mare, Calabria Natura
Le Castella è uno dei luoghi più iconici della Calabria, una frazione del comune di Isola di Capo Rizzuto che attira ogni anno migliaia di visitatori grazie al suo straordinario castello affacciato direttamente sul mare. Con oltre 2500 anni di storia, questo borgo conserva un fascino unico, dove passato e presente si fondono in un paesaggio che sembra sospeso nel tempo. È una meta ideale per chi ama i viaggi lenti, il trekking costiero e le visite culturali immersi in panorami mozzafiato.
Dalle origini greche ai domini medievali
Il Castello Aragonese di Le Castella è un vero e proprio scrigno di storia, capace di raccontare oltre 2500 anni di vicende che hanno plasmato la costa ionica della Calabria. Le prime fortificazioni sorsero probabilmente in epoca magnogreca, quando l’area faceva parte della potente Kroton e serviva come avamposto per difendere le rotte commerciali. Successivamente, in età romana, il sito continuò a essere presidiato e sfruttato come punto di controllo strategico. Con la caduta dell’Impero Romano, Bizantini e Normanni si alternarono al dominio della zona, potenziando le difese e trasformando l’insediamento in una vera e propria roccaforte costiera.
L’epoca aragonese e la trasformazione in fortezza
L’attuale struttura del castello, quella che oggi ammiriamo in tutto il suo splendore, risale in gran parte al XV secolo, sotto il dominio aragonese. Furono proprio gli Aragonesi a rafforzare il sistema di torri e bastioni per contrastare le incursioni dei pirati saraceni e delle flotte ottomane che minacciavano la costa. Le mura massicce, il ponte di accesso e la posizione scenografica su un isolotto collegato alla terraferma tramite un sottile istmo di roccia lo resero praticamente inespugnabile per secoli.
Leggende, battaglie e il fascino di oggi
Durante il Rinascimento, Le Castella visse un periodo di grande rilevanza strategica: divenne presidio militare, punto di vedetta per avvistare navi nemiche e base di partenza per spedizioni difensive. È in questo periodo che nasce la leggenda del corsaro Khair ad-Din, detto il Barbarossa, che secondo alcuni racconti fu catturato proprio in questa fortezza. Ogni pietra del castello sembra custodire una storia: le torri di guardia, le feritoie per gli arcieri e i resti degli alloggi dei soldati restituiscono al visitatore la sensazione di essere proiettato in un’altra epoca.
Oggi il Castello Aragonese è uno dei luoghi più visitati della Calabria e ospita mostre, rievocazioni storiche e eventi culturali che permettono di rivivere il suo glorioso passato. Salire sulle sue mura regala una vista spettacolare sul mare Ionio e sull’Area Marina Protetta di Capo Rizzuto, facendo comprendere pienamente perché questa fortezza sia considerata uno dei simboli più suggestivi e affascinanti dell’Italia meridionale.
Trekking e panorami sulla Riserva Marina
Le Castella si trova all’interno della Riserva Marina di Capo Rizzuto, una delle aree marine protette più grandi d’Europa. Gli amanti del trekking possono percorrere i sentieri che costeggiano la riserva, godendo di scorci spettacolari e di un mare cristallino. Camminare al tramonto regala un’esperienza unica, con il castello che si tinge di rosso e il suono delle onde come colonna sonora. Sul nostro sito GoodTrekking trovi ispirazione per altri percorsi costieri perfetti per un viaggio slow.
Cultura, sapori e tradizioni locali
Dopo una passeggiata o una visita al castello, fermati nei ristoranti e nelle trattorie del borgo per gustare i piatti tipici della cucina calabrese: dalla pasta con ‘nduja al pesce freschissimo pescato in giornata. In estate, Le Castella ospita eventi culturali e rievocazioni storiche che rendono ancora più suggestiva la tua visita. È una destinazione che unisce cultura, natura e gastronomia, ideale per un weekend o come tappa di un tour più lungo della costa ionica calabrese.
da Redazione | Set 16, 2025 | Calabria mare, Calabria Natura
C’è un angolo di terra, lungo il litorale ionico reggino, sospeso tra mito e realtà Un luogo che porta inciso nella roccia e nel vento il mero respiro dei secoli, testimone di ere lontane, di storie che si perdono dentro gli oscuri meandri della meridionale esistenza. Questo luogo è Capo Bruzzano, più comunemente conosciuto come La Scogliera.
Capo Bruzzano, il promontorio della Calabria più autentica
Nel cuore della Locride, incastonato tra i rilievi dell’Aspromonte e il Mar Ionio, si trova Capo Bruzzano, uno dei promontori più suggestivi della costa reggina. Situato nel territorio di Africo, questo angolo ancora poco conosciuto della Calabria custodisce una bellezza selvaggia e incontaminata, fatta di falesie a picco sul mare, spiagge di ciottoli, vegetazione mediterranea e acque limpide. Il paesaggio, dominato da scogliere scolpite dal tempo e dalla salsedine, regala scorci mozzafiato che ne fanno una meta ideale per gli amanti della natura, della fotografia e del trekking costiero.
Le creazioni artistiche lungo il percorso
Il percorso che scende in spiaggia è stato completamente ristrutturato e restituito alla natura circostante. Costeggiato da una staccionata (la più preziosa delle opere realizzate di recente dagli operai di Calabria Verde dei Comuni di Caraffa e Sant’Agata del Bianco) rappresenta parte della rinascita del territorio. A rendere ancora più suggestivo tutto ciò, sono le numerose installazioni artistiche che costellano il tragitto, prima tra tutte la tartaruga: maestosa opera, simbolo inconfondibile di identicità e del posto.
Un luogo ricco di storia e leggende
Capo Bruzzano non è solo natura: è anche memoria e mito. L’antico promontorio era conosciuto già in epoca greco-romana con il nome di Promunturium Zephyrium, e viene citato da autori antichi come Plinio il Vecchio. Nei secoli, il capo ha rappresentato un punto di riferimento per i navigatori del Mediterraneo, e ancora oggi conserva tracce storiche e archeologiche che testimoniano l’importanza strategica della zona. Le storie locali parlano di torri costiere, naufragi e rotte commerciali: elementi che contribuiscono ad alimentare il fascino misterioso del luogo. La stessa Africo, spostata sul mare dopo l’alluvione del 1951, conserva un legame profondo con la sua terra d’origine e il suo mare.
Un gioiello da valorizzare nel turismo sostenibile
Nonostante il suo potenziale naturalistico e culturale, Capo Bruzzano resta ancora oggi una meta poco valorizzata, lontana dai circuiti turistici di massa. Eppure, in un tempo in cui cresce la domanda di viaggi autentici ed esperienziali, questa località può diventare un simbolo di turismo lento e sostenibile. Progetti di promozione ambientale, sentieri naturalistici, itinerari culturali e la riscoperta dell’identità locale potrebbero contribuire a rilanciare l’economia del territorio e a rafforzare l’immagine di una Calabria diversa, capace di attrarre visitatori nel rispetto dell’ambiente e della storia. Capo Bruzzano, con la sua bellezza silenziosa, è pronto a raccontare la sua storia a chi ha voglia di ascoltarla.
da Redazione | Ago 20, 2025 | Calabria Borghi, Calabria Natura, Calabria Parchi
Uno dei posti più attrattivi della Sila, ogni anno accoglie migliaia di visitatori e villeggianti tra bellezze paesaggistiche e tante attività in mezzo alla natura.
La nascita di Camigliatello Silano come località turistica risale ai primi decenni del Novecento. Dopo l’avvio di alcune attività artigiane e l’apertura dello sportello postale, fu Michele Bianchi – politico calabrese, poi ministro del Regno d’Italia – a sostenere con forza la valorizzazione della zona. Fu tra i primi a intuire, infatti, il potenziale di questo territorio e dalle sue idee nacquero il rifugio per turisti e la ferrovia a scartamento ridotto tra Cosenza e San Giovanni in Fiore, ancora oggi uno dei simboli identitari dell’altopiano. Seguirono investimenti pubblici e privati che, insieme alla costruzione della statale 107, permisero lo sviluppo di Camigliatello come centro della montagna calabrese.
Il piccolo salotto di Via Roma
Da allora, è sempre stato il luogo più vivace dell’altopiano e uno dei posti più attrattivi della Sila. Frazione montana del Comune di Spezzano della Sila, a oltre 1200 metri di altitudine, accoglie ogni estate migliaia di visitatori e villeggianti. Via Roma, che è poi il suo corso principale, pieno di botteghe, locali e strutture ricettive, è il piccolo salotto di questo borgo montano.
Le bellezze naturali della Sila
Essere nel cuore del Parco Nazionale della Sila significa molto, ma ha valore anche il lavoro di tutela che l’amministrazione comunale svolge nelle aree di sua competenza. È così che si può attraversare un paesaggio protetto, di cui meravigliarsi passo dopo passo. Al lago Cecita, che come vediamo si presta anche come location perfetta per i concerti, ci si arriva passando in mezzo ai verdi colossi naturali. Qui, oltre a godere del più grande specchio d’acqua della Calabria circondato dai boschi, si può visitare la piccola chiesetta di San Lorenzo, proprio a bordo lago, uno dei luoghi più visitati di quest’area. Ogni anno, il 10 agosto, è meta di un pellegrinaggio notturno molto sentito. I fedeli partono dalla Parrocchia dei Santi Roberto e Biagio e, attraversando i sentieri montani, raggiungono il lago dove, all’alba, si celebra messa in un rito semplice e profondo, in mezzo alla luce e ai colori della natura che accendono il paesaggio.
Gli edifici storici
Lungo la strada che costeggia il lago, si trova il Centro Visita “Cupone”, gestito dall’Ente Parco Nazionale della Sila in collaborazione con il Reparto Carabinieri per la Biodiversità. Il centro ospita un museo naturalistico, un orto botanico e un’area faunistica in cui è possibile osservare cervi, caprioli, lupi e rapaci in semilibertà. Diversi percorsi didattici attraversano le foreste intorno, con pannelli informativi sulla flora e sulla fauna. Ci sono anche un arboreto e un tracciato sensoriale per il pubblico non vedente. Le vecchie fornaci per la produzione del carbone, oggi restaurate, restituiscono un pezzo di storia sulle attività tradizionali della montagna silana. E poi, ancora, sempre a pochissima distanza da Camigliatello, la Riserva dei Giganti della Sila e il Casino Mollo, beni tutelati dal FAI. Il Casino, un antico edificio seicentesco appartenuto ai baroni Mollo di Cosenza, restaurato e restituito al pubblico solo poche settimane fa, si trova accanto al bosco ultracentenario dei meravigliosi pini larici. Fu centro di un villaggio rurale attivo fino al Novecento, legato alle attività agricole e forestali. La famiglia Mollo ha vissuto e difeso per decenni questo paesaggio, e oggi grazie a quella sensibilità, possiamo ancora goderne. La donazione al FAI rappresenta un gesto straordinario che rende oggi il Casino un luogo accessibile, pronto ad accogliere i visitatori con nuovi spazi e contenuti culturali.
Il Treno della Sila
La Riserva è anche meta dei viaggi organizzati da Ferrovie della Calabria con il Treno della Sila, che parte dalla storica stazione di Camigliatello. Da qui, una quasi centenaria locomotiva a vapore traina antiche carrozze di inizio Novecento, verso San Nicola-Silvana Mansio, la stazione più alta d’Italia a quota 1404 metri. Un treno per appassionati e per i turisti che possono viaggiare – è il caso di dire – nel tempo, e per tutti coloro che continuano a preferire la Sila in ogni stagione. Anche in autunno, ad esempio. Con il cambiare delle stagioni, Camigliatello ne accoglie i frutti per offrirli in manifestazioni dedicate come la Sagra del Fungo, che è una delle più note dell’intero Mezzogiorno. Giornate intere consacrate al prodotto più rappresentativo dei boschi silani, con degustazioni, mostre-mercato, laboratori, visite guidate ed eventi collaterali. Un appuntamento atteso, che ogni anno porta nella località montana oltre 100.000 presenze.
Una ricarica naturale
Le strutture ricettive sempre più numerose, l’eccellente rete gastronomica, un’infinità di attività outdoor, i servizi, la posizione strategica, rendono Camigliatello un punto di riferimento. Gli impianti di risalita di Monte Curcio, la Strada delle Vette, il Centro Visita di Cupone, i sentieri, i percorsi ciclabili e i parchi avventura sono facilmente raggiungibili. Chi cerca ambienti attrezzati trova qui una risposta immediata, e chi vuole solo rimettersi in connessione con la natura ha solo da scegliere tra boschi, laghi, riserve protette, aria pulita, spazi aperti. È una ricarica naturale, un’isola felice, in cui potersi rifugiare sempre.
da Redazione | Ago 23, 2024 | Calabria Borghi, Calabria Natura
Bellezza, territorio e stupore. Questo è San Giorgio Morgeto comune della città metropolitana di Reggio Calabria facente parte del Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Il paese è di origine antichissima e alla sua storia è legato il nome dell’Italia; addirittura già ne scriveva, nel I secolo a.C., lo storico greco Dionigi di Alicarnasso. Lo si fa risalire all’opera di re Morgete, successore del mitico Italo. La Calabria, inoltre, ha sempre guardato all’Oriente e nel X secolo i monaci basiliani vi giunsero, costruendo un monastero dedicato a San Giorgio di Cappadocia e una Chiesa consacrata a Santa Maria dell’Odigitria e divenendo punto di riferimento importante per le varie popolazioni che abitavano la zona.
Riguardo al nome, sempre intorno al Mille, quello di San Giorgio, pare derivi dal martire cristiano ritenuto dai cittadini l’autore di un miracoloso allontanamento del pericolo saraceno. Il paese sorge su uno sperone di roccia dominato dal Castello, quasi distrutto dal sisma nel 1783 che danneggiò tutto l’abitato e il convento domenicano, conosciuto anche per aver ospitato il filosofo Tommaso Campanella.
A San Giorgio Morgeto sono presenti numerosi palazzi signorili: la storia del paese è segnata dalla convivenza di potenti signorie che controllavano da quassù i propri poderi e i territori nelle vallate e tutt’intorno; molteplici sono le cappelle costruite o all’interno o all’esterno dei palazzi stessi, come la Chiesa di S. Antonio, appartenente ad una famiglia aristocratica, Ammendolea Florimo, che abitava il palazzo di fronte.
I palazzi sono imponenti e inglobano veri e propri pezzi di paese, assumendo forme importanti. Importante notare i particolari, come i portali bugnati settecenteschi che sottolineavano la potenza di queste famiglie.
La ristrettezza dei vicoli interni è uno dei tratti distintivi dell’antico ed affascinante borgo di San Giorgio Morgeto. Ma il particolare vicoletto, con i suoi soli 40 centimetri di larghezza batte ogni record conquistando il primato del vicolo più stretto d’Italia. Attraversato da una caratteristica scaletta interna che ne rende più agevole la percorrenza, la via è situata a pochi metri dal piazzale antistante l’antico Castello Normanno-Svevo, per questo denominato localmente «il Passetto del Re».
Secondo una leggenda popolare, infatti, lo stesso costituiva una via di fuga per il Re Morgete, nei casi di invasioni o durante i tentativi di espugnazione della fortezza reale: il sovrano aveva la possibilità, nelle situazioni più estreme ed ove inevitabile, di fuggire attraverso la stretta via secondaria, per poi far disperdere le proprie tracce immergendosi tra le decine di piccoli vicoli che, come in un labirinto, si diramano e si incrociano all’interno del borgo. Ma non è questa l’unica suggestione legata al vicolo: secondo la tradizione, percorrere il «Passetto del Re» è un atto di buon auspicio.
Visitiamo, poi, la Chiesetta del Carmine, annessa al Palazzo Ambesi, in cui ammiriamo una pregiata tela, le colonne con capitelli in stile barocco e la statua di Santa Filomena. Infine, ci rechiamo alla “Porta del Parco”, che ospita arte e artigianato del popolo dei morgeti, tra cui una ricostruzione in miniatura del Castello, che sarà la nostra tappa successiva”.
Il Castello, posto su una strategia altura, in cima al borgo, rappresenta uno straordinario esempio di architettura difensiva normanno-sveva in Calabria. Si erge in posizione dominante, su un paesaggio invidiabile che abbraccia i due mari, baluardo difensivo di grande importanza. Ha subito numerosi rimaneggiamenti, tra il XIV e il XVI secolo, mentre, dopo il catastrofico terremoto del 1783, venne quasi abbandonato.
Oggi, fortunatamente, è stato valorizzato come merita, divenendo luogo d’incontro per eventi, mostre e convegni, concerti e manifestazioni culturali. Del Castello si può ancora ammirare la Torre Mastio, di forma quadrangolare, a due livelli coperti con volte a botte, a cui si accede dalla parte superiore affrontando una salita. Anche qui da notare una serie di dettagli, i basamenti delle torri, la Cisterna e, infine, la suggestiva visuale della piana da cui scorgiamo la Sicilia, le Eolie e lo Stretto in tutto il suo fascino.
da Redazione | Mar 5, 2024 | Blog/News, Calabria Natura
Circondata dal mare e ricca di eccellenze gastronomiche, qui Pitagora con la sua Scuola insegnò al mondo a pensare. Una regione in cerca della strada giusta per rilanciare l’economia turistica e che ha l’enorme opportunità di poter garantire stili di vita a misura d’uomo con radici antichissime
Aria salubre
Venite a respirare aria pulita in Calabria, terra in cui lo smog è solo una parola straniera! In Sila, sul Pollino, sull’Aspromonte, nelle Serre… Concedetevi un weekend lungo o una settimana nella regione più antica d’Italia, quella nella quale è stata scoperta, da due scienziati americani, la Dieta Mediterranea. La Calabria ha poche industrie (ormai si potrebbe dire per fortuna), non ha metropoli inquinate, ha un’orografia fatta di alte montagne, colline, valli e coste accarezzate di continuo dal vento. La Calabria è stretta ed è quasi del tutto circondata dal mare, per cui in trenta minuti di viaggio ti consente di passare dai panorami jonici e tirrenici a quelli delle foreste di pini larici e di abeti bianchi.
Natura lussureggiante
La Calabria è natura lussureggiante, è cultura, è tradizioni, è il profumo della storia, è stili di vita a misura d’uomo. Vieni in un borgo delle aree interne di cinque province che sono una più bella dell’altra: farai la spesa quotidiana salutando il panettiere, il fruttivendolo, il macellaio, la negoziante del piccolo esercizio di alimentari. Niente stress, niente aria irrespirabile e mascherine, niente mezzi pubblici in cui sembri più una sardina in un vasetto che non un essere umano, ma solo sorrisi e strette di mano.
Prodotti gastronomici
In Calabria si producono formaggi con il latte delle mucche e delle pecore, e non nelle industrie che usano le polverine. In Calabria i salumi sono un’arte, tramandata da secoli e secoli, che utilizza maiali allevati con cura e con alimenti di prima scelta: le “lacrime” delle soppressate e delle salsicce di Calabria sono lacrime di gioia, di gusto, di genuinità. Ti chiediamo scusa viaggiatore e turista se ti imbatterai in qualche disagio dovuto a quanti hanno scambiato la politica per privilegio feudale e per gestione clientelare, invece che considerarlo un nobile strumento per occuparsi dei problemi e delle esigenze della comunità. Ma la gente di Calabria saprà accoglierti come se arrivassi in una famiglia. Prima di partire fatti una scorta di olio extravergine di oliva delle cultivar straordinarie che ancora si coltivano dal Reggino al Crotonese, dal Vibonese al Catanzarese e al Cosentino: forse conoscerai la Calabria per il suo tono “piccante”, ed è vero, ma ricorda che è soprattutto la terra dell’olio più buono e ricco del pianeta.
Storia e tradizioni
Muovendoti in Calabria, che è un immenso libro di storia, potrai giungere in comunità dove si parla ancora il greco antico, o la lingua degli arbëreshë albanofoni, o dove ascolterai parole che derivano dal greco di Achille e di Ulisse, dal latino di Cicerone, dall’arabo o addirittura dai Longobardi. L’eco dei millenni si avverte di continuo in Calabria, tra monumenti, tradizioni, parchi archeologici, e la ritrovi anche nei cibi: dai dolciumi alle carni e agli ortaggi, dalla pasta all’uso di erbe spontanee e di piante aromatiche. In un prato della Calabria, o incamminandoti lungo qualche pendio affacciato sul mare, potrai comprendere il concetto di biodiversità, di ricchezza della natura e dei pascoli che nutrono greggi e mucche podoliche allevate allo stato brado. Intanto continua a respirare aria pulita, fanne buona riserva prima di ritornare a vivere tra la nebbia e le polveri sottili.
L’eredità della Magna Grecia
In Calabria lo smog non esiste e respirare aria pulita rappresenta la normalità. Il giorno in cui ci libereremo dello smog dei feudatari che ancora guardano al privilegio di pochi piuttosto che al benessere di tutti, ti diremo che il Paradiso in Terra immaginato dallo spirito profetico di Gioacchino da Fiore, lodato anche dal sommo Dante Alighieri, esiste davvero: e lo trovi in Calabria! E non dimenticare mai, viaggiatore, che in Calabria il mondo occidentale ha iniziato a pensare con Pitagora e la sua Scuola. In Magna Grecia è nata la filosofia ed ogni scienza ha avuto la sua spinta iniziale: aritmetica, geometria, fisica, astronomia, medicina, regole della nutrizione connesse alle attività sportive, finanche la musicologia. Nella profondità di pensiero dei Calabresi ritroverai le radici del Pitagorismo che esaltò il concetto di armonia universale. E se accanto all’aria pura vorrai anche capire che vivi in una realtà troppo rumorosa, fai un salto a Serra San Bruno dove i Certosini scoprono Dio ogni giorno nel silenzio. Il silenzio quale via per incontrare Nostro Signore e coltivare la fede: lo insegnò Brunone di Colonia ai propri discepoli.