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Alla scoperta del Sentiero del Brigante: trekking tra le meraviglie della Calabria

Alla scoperta del Sentiero del Brigante: trekking tra le meraviglie della Calabria

Il Sentiero del Brigante è un’esperienza unica per gli amanti del trekking e della natura. Si tratta di un percorso di 140 km che attraversa il Parco Nazionale dell’Aspromonte e le Serre Calabresi, seguendo le tracce dei briganti che hanno segnato la storia di questa terra; Il sentiero offre paesaggi mozzafiato, tra boschi, torrenti, cascate, montagne e borghi antichi, dove si possono scoprire la biodiversità di questo territorio ma anche le tradizioni ed i sapori della Calabria.

Sviluppandosi all’interno di due aree protette, il Parco nazionale dell’Aspromonte ed il Parco naturale delle Serre, rappresenta un’importante risorsa per il turismo e quindi per lo sviluppo del territorio ed è presente nell’Atlante Nazionale dei Cammini del MIBACT. Il nome nasce dal fatto che fu una strada percorsa in passato da numerosi briganti tra cui: Nino MartinoGiuseppe Musolino, la banda Mittica.

In questo articolo vi raccontiamo tutto quello che c’è da sapere per organizzare il vostro viaggio.

Come arrivare al Sentiero del Brigante

Il Sentiero del Brigante parte dalla località sciistica di Gambarie frazione di Santo Stefano in Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria. Per raggiungere Gambarie si può prendere l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e uscire a Reggio Sud, seguendo le indicazioni per Gambarie. In alternativa, si può arrivare in treno alla stazione di Reggio Calabria Centrale e da lì prendere un autobus o un taxi per Gambarie. Il Sentiero del Brigante termina a Serra San Bruno oppure a Bivongi-Stilo, nelle Serre Calabresi. Per tornare a Reggio Calabria si può prendere un autobus o un taxi fino a Vibo Valentia e da lì un treno o un’autostrada.

Le tappe del Sentiero del Brigante

Il Sentiero del Brigante è suddiviso in 9 tappe, per un totale di circa 120 km. Ogni tappa ha una lunghezza variabile tra i 10 e i 20 km e una difficoltà escursionistica medio-alta. Si consiglia di percorrere il sentiero in primavera o in autunno, evitando i mesi più caldi e quelli più freddi. Ecco le tappe del Sentiero del Brigante:

  • Prima tappa: Gambarie – Piani di Carmelia. Lunghezza: 16 km. Dislivello: +600 m / -800 m. Durata: 6 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si parte da Gambarie e si sale fino al Monte Scirocco, da dove si gode una splendida vista sullo Stretto di Messina e sull’Etna. Si prosegue poi verso i Piani di Carmelia, una vasta area pianeggiante ricca di sorgenti e pascoli.
  • Seconda tappa: Piani di Carmelia – Zervò. Lunghezza: 14 km. Dislivello: +400 m / -600 m. Durata: 5 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si lasciano i Piani di Carmelia e si scende verso il torrente Amendolea, dove si trova il ponte dei Saraceni, un antico ponte in pietra di origine medievale. Si risale poi verso Zervò, una frazione di San Luca famosa per essere stata il quartier generale dei briganti guidati da Giuseppe Musolino.
  • Terza tappa: Zervò – Passo del Mercante. Lunghezza: 18 km. Dislivello: +900 m / -700 m. Durata: 7 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si parte da Zervò e si sale verso il Monte Cucco, il punto più alto dell’Aspromonte con i suoi 1956 metri. Da qui si può ammirare un panorama a 360 gradi sulle montagne circostanti e sul mare. Si scende poi verso il Passo del Mercante, un valico che collegava la Calabria con la Sicilia.
  • Quarta tappa: Passo del Mercante – Passo della Limina. Lunghezza: 15 km. Dislivello: +500 m / -800 m. Durata: 6 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si lascia il Passo del Mercante e si entra nel territorio delle Serre Calabresi, una catena montuosa che separa la costa tirrenica da quella ionica. Si passa per il borgo di Gerace, uno dei più belli d’Italia, dove si possono visitare la cattedrale normanna, il castello e il museo archeologico. Si arriva poi al Passo della Limina, un altro valico storico.
  • Quinta tappa: Passo della Limina – Croce Ferrata. Lunghezza: 12 km. Dislivello: +400 m / -600 m. Durata: 5 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si parte dal Passo della Limina e si scende verso il lago Angitola, un bacino artificiale che ospita una ricca fauna acquatica e avicola. Si prosegue poi verso Croce Ferrata, una località dove si trova una grande croce in ferro che segna il confine tra le province di Vibo Valentia e Catanzaro.
  • Sesta tappa: Croce Ferrata – Serra San Bruno. Lunghezza: 14 km. Dislivello: +600 m / -500 m. Durata: 6 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si lascia Croce Ferrata e si sale verso il Monte Pecoraro, da dove si può godere di una vista spettacolare sulle Serre e sul golfo di Sant’Eufemia. Si scende poi verso Serra San Bruno, una cittadina nota per il suo santuario dedicato a San Bruno, fondatore dell’ordine dei Certosini.
  • Settima tappa: Serra San Bruno – Bivongi. Lunghezza: 18 km. Dislivello: +700 m / -900 m. Durata: 7 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si parte da Serra San Bruno e si attraversa la foresta di Santa Maria del Bosco, dove si possono ammirare le cascate del Marmarico, le più alte della Calabria con i loro 114 metri. Si arriva poi a Bivongi, un paese che conserva testimonianze di varie culture, come la chiesa bizantina di San Giovanni Theristis, la sinagoga ebraica e il monastero ortodosso di San Giovanni Battista.
  • Ottava tappa: Bivongi – Stilo. Lunghezza: 10 km. Dislivello: +300 m / -400 m. Durata: 4 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si lascia Bivongi e si segue il corso del fiume Stilaro, che ha dato il nome alla valle e al paese di Stilo. Qui si può visitare la Cattolica, una chiesa in stile bizantino risalente al X secolo, considerata uno dei capolavori dell’arte calabrese.
  • Nona tappa: Stilo – Monasterace. Lunghezza: 13 km. Dislivello: +200 m / -400 m. Durata: 5 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si parte da Stilo e si scende verso il mare Ionio, passando per il borgo di Pazzano, dove si può ammirare il santuario rupestre di Santa Maria della Stella, scavato nella roccia. Si arriva infine a Monasterace, una località balneare che ospita i resti dell’antica città greca di Caulonia.

    Dove dormire e cosa mangiare

    Lungo il percorso si possono trovare diverse strutture ricettive, come agriturismi, bed and breakfast, rifugi e ostelli ma anche case private che accolgono i viandanti. Si consiglia di prenotare in anticipo soprattutto nei periodi di maggiore affluenza così da poter affrontare il cammino serenamente ed in maniera organizzata . Per quanto riguarda il cibo, si può gustare la cucina tipica calabrese, basata su prodotti locali come formaggi, salumi, pane, pasta, verdure, carne e pesce. Tra i piatti più famosi ci sono la ‘nduja, un salume piccante da spalmare sul pane, i maccheroni al ferro una pasta fatta a mano con un ferretto, grigliate di carne bianca e rossa, funghi dell’Aspromonte e la pitta ‘mpigliata, un dolce ripieno di frutta secca e miele ma questi sono solo alcuni esempi delle innumerevoli leccornie di questa splendida terra.

    Perché scegliere il Sentiero del Brigante

    Il Sentiero del Brigante è un’opportunità per chi vuole vivere un’avventura indimenticabile, immerso nella natura e nella storia di una terra affascinante e misteriosa. Percorrendo il sentiero, si possono scoprire le bellezze paesaggistiche, artistiche e culturali della Calabria, tra montagne, boschi, cascate, laghi, borghi e monumenti ma ci si immerge anche in una magnifica esperienza sensoriale.

    Si possono anche incontrare le persone del luogo che custodiscono le tradizioni ed i sapori di una cucina genuina e variegata e rappresentano i custodi di una cultura antica che si tramanda da secoli.

    Fare trekking sul Sentiero del Brigante è anche una sfida personale, che richiede preparazione fisica, attrezzatura adeguata e spirito di adattamento. Si tratta di un’esperienza che mette alla prova le proprie capacità e che regala emozioni forti e sensazioni uniche.

Borghi calabresi in autunno: alla scoperta delle meraviglie storiche

Borghi calabresi in autunno: alla scoperta delle meraviglie storiche

La Calabria è una regione antica, che ha visto la presenza di tante popolazioni che hanno lasciato testimonianze attraverso i suoi borghi e centri storici.

L’autunno in Calabria è un periodo magico per esplorare i suoi borghi storici, dove le antiche tradizioni si fondono con le bellezze architettoniche e paesaggistiche. Questa affascinante regione, ricca di storia e cultura, offre un’esperienza autunnale unica che tutti gli amanti dei viaggi dovrebbero provare almeno una volta nella vita. Ecco cinque borghi calabresi che dovrebbero essere nella tua lista di destinazioni autunnali

Fiumefreddo Bruzio

Fiumefreddo Bruzio è un pittoresco paesino con una lunga storia alle spalle. La sua bellezza è evidente sia nel centro storico, che si affaccia su una terrazza panoramica sul mare, sia nei maestosi ruderi del castello della Valle, costruito agli inizi del XIII secolo. Durante la visita, non perderti la Chiesa di Santa Maria ad Adnexis del Seicento e l’Abbazia di Fortelaurato risalente al XII secolo, che sono autentiche gemme architettoniche.

Altomonte

Altomonte è un borgo di origine medievale che ti stupirà con la sua architettura affascinante. La Chiesa di Santa Maria della Consolazione, costruita nel XIV secolo in stile angioino, è un esempio straordinario. Il castello normanno è un’altra attrazione imperdibile che racconta la storia millenaria di questa incantevole località.

Morano Calabro

Morano Calabro è una città che risale all’epoca romana e offre un tuffo nel passato essendo uno dei borghi calabresi più ricchi di storia.  Qui, potrai esplorare i ruderi di un bellissimo castello Normanno-Svevo, risalente all’epoca medievale, insieme a pregevoli edifici religiosi come il Monastero di San Bernardino da Siena in stile gotico del XV secolo e la barocca Collegiata di Santa Maria Maddalena. Questi luoghi sono testimonianze tangibili della ricca storia di Morano Calabro.

Santa Severina

Santa Severina è un paese incantevole che ospita un magnifico castello normanno, costruito nell’XI secolo. Le opere architettoniche religiose qui sono altrettanto impressionanti, con la cattedrale eretta nel XIII secolo e il battistero di origine bizantina, risalente agli VIII-IX secoli. Non dimenticare di esplorare il quartiere “ebraico” della Iudea, che fu rifugio per diversi ebrei durante il XVI secolo, aggiungendo ulteriori strati di storia a questa località affascinante.

Bova

Bova è un borgo che ha radici nell’antica Grecia e continua a essere un punto di riferimento per la Calabria “greca”. Qui, le tradizioni artigianali e linguistiche greche persistono ancora. Il centro storico in forma di gradinata, i ruderi del castello normanno e la cattedrale medievale sono solo alcune delle attrazioni che puoi scoprire mentre ti immergi in questa cultura unica.

In autunno, questi borghi si trasformano in una tavolozza di colori e profumi, offrendoti un’esperienza indimenticabile. Cammina tra le stradine acciottolate, assapora la cucina locale e immergiti nella ricca storia di questa regione. La Calabria ti aspetta per un viaggio autunnale che rimarrà nel tuo cuore per sempre.

Visitare gli innumerevoli borghi calabresi in autunno vi permetterà di vivere un’esperienza unica ed indimenticabile.

Viaggio tra i boschi calabresi: alla ricerca dei funghi prelibati

Viaggio tra i boschi calabresi: alla ricerca dei funghi prelibati

Esplorando i tesori dei boschi calabresi: il mondo dei funghi nel Pollino, nella Sila e nell’Aspromonte

I boschi incontaminati della Calabria si ergono come un paradiso per gli amanti del trekking, delle passeggiate nella natura e per chi si dedica alla raccolta di funghi. Queste varie attività si svolgono in un ambiente naturale che, durante l’autunno, si trasforma in una tavolozza di colori vibranti e una lussureggiante abbondanza. Le regioni del Pollino, delle Serre Vibonesi, della Sila e dell’Aspromonte offrono paesaggi mozzafiato, perfetti per la raccolta di funghi. Nei boschi calabresi, le temperature miti delle stagioni estiva e autunnale, la presenza di laghi e le piogge creano le condizioni ideali per la crescita spontanea di oltre 3000 specie di funghi. La raccolta dei funghi richiede un’apposita autorizzazione valida per un anno.

Viaggio tra i boschi calabresi:

Il Parco Nazionale del Pollino è una riserva ricca di specie micologiche nel suo sottobosco. Tra le numerose varietà di funghi, spicca il porcino, soprannominato “il re dei funghi”. Il porcino, noto scientificamente come Boletus, esiste in diverse varietà, tutte caratterizzate da un cappello carnoso e un gambo massiccio, con un profumo e un sapore eccezionali. Cresce nei boschi di querce, faggi e castagni durante l’estate e l’autunno, distinguendosi per la sua carne bianca con un cappello ocra-bruno. Nel Pollino, il porcino è comune e abbondante, ma la raccolta richiede un’autorizzazione specifica.

Nel Pollino, è possibile trovare anche il Boletus aereus, noto come porcino nero, che cresce nei boschi di querce e castagni. Questo fungo è caratterizzato da una carne densa e di colore bruno-nero, con un gambo robusto di colore beige scuro-nocciola e offre un sapore inebriante.

Altre varietà di porcino presenti nel Pollino includono il Boletus pinicola, il Boletus edulis e il Boletus aestivalis, ognuno con caratteristiche distintive nel cappello e nel gambo. Questi funghi prosperano in diversi tipi di boschi, come faggi, querce e castagni.

Nella Sila, tra i funghi commestibili più diffusi e ricercati, si trovano il lattaio delizioso, il porcinello rosso, il Boleto tuleo, le mazze di tamburo, i galletti e le spugnole. Tuttavia, è importante fare attenzione a non confondere queste specie con la falsa spugnola, che può essere dannosa per la salute.

L’ovulo buono, scientificamente noto come Amanita caesarea, è molto ricercato. Alcune altre specie meno conosciute, come il prataiolo, il chiodino, le colombine e il coprino chiomato, sono raccolte solo da alcune comunità.

È fondamentale essere consapevoli delle specie fungine velenose, alcune delle quali possono essere mortali. Tra queste, spicca l’Amanita phalloides, conosciuta come “angelo della morte”. Un’altra specie pericolosa da evitare è l’Amanita muscaria, mentre l’Hypholoma fasciculare può causare disturbi gastrointestinali.

Nell’Aspromonte, 21 nuove Zone Speciali di Conservazione (Zsc) sono state riconosciute dall’Unione Europea, facilitando la raccolta dei funghi durante l’estate. Questo riconoscimento è cruciale per la protezione della biodiversità e degli habitat naturali. Nonostante ciò, le regole per la raccolta dei funghi rimangono invariate, consentendo agli appassionati di continuare a esplorare le stesse aree come nella stagione precedente.

Nell’altopiano delle Serre e sul Monte Poro, si stima che siano presenti circa 3.000 specie di funghi, simili alla Sila. Il clima temperato, la pioggia di qualità e la presenza di laghi e boschi favoriscono la crescita dei porcini, rositi, chiodini e galletti.

È essenziale rispettare l’ambiente durante la raccolta. Utilizzare cestini di vimini anziché buste di plastica, pulire i funghi sul posto e depositarli nel cestino con cura. Non danneggiare funghi sconosciuti o velenosi, poiché svolgono un ruolo nell’ecosistema. Evitare di prelevare l’humus dal bosco, poiché contiene il micelio dei funghi e altri organismi. Infine, far esaminare sempre i funghi da un esperto prima del consumo per garantire la sicurezza. Evitare di raccogliere funghi vicino a strade trafficate o discariche, poiché potrebbero essere contaminati da sostanze tossiche.

In definitiva, il viaggio tra i boschi calabresi vi riserverà un’esperienza unica nell’osservazione della natura incontaminata e nella raccolta dei pregiati funghi della regione.

La Venezia del Sud è il borgo a picco sul Mar Tirreno dove trovare grandi panorami e un’ottima cucina

La Venezia del Sud è il borgo a picco sul Mar Tirreno dove trovare grandi panorami e un’ottima cucina

Immaginate un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, dove le case colorate si specchiano nelle acque cristalline del Mar Tirreno e i vicoli rivelano storie di pescatori, tradizioni antiche e profumi irresistibili. Questo luogo esiste ed è nascosto nel cuore della Calabria. Si chiama Chianalea, ed è noto come la “Venezia del Sud” per la sua straordinaria somiglianza con la celebre città lagunare. Ma non lasciatevi ingannare dal soprannome: Chianalea ha una sua identità unica e inconfondibile, fatta di tradizioni secolari, paesaggi mozzafiato e una gastronomia che celebra i doni generosi del mare. Se siete alla ricerca di un angolo di paradiso dove storia, natura e cultura si fondono in un’armonia perfetta, preparatevi a scoprire uno dei borghi marini più affascinanti d’Italia.

Chianalea: l’abbraccio tra case e mare

Diversamente da molte altre località marittime, le case di Chianalea sono costruite direttamente sulla roccia, senza alcuna barriera tra le abitazioni e il mare. Questa particolarità architettonica fa sì che, passeggiando tra i suoi stretti vicoli, si abbia la sensazione di camminare sull’acqua. Il suono delle onde che si infrangono sugli scogli e le barche dei pescatori ormeggiate tra le case rendono l’atmosfera ancora più suggestiva.

Memorie di un passato glorioso

Chianalea non è solo un borgo pittoresco; è anche un luogo ricco di storia e tradizioni. Le antiche torri di avvistamento, erette per difendere la costa dalle incursioni piratesche, sono testimonianze silenziose di un passato turbolento e affascinante. Ogni angolo, ogni pietra di Chianalea ha una storia da raccontare, dalle battaglie navali alle dominazioni straniere che hanno influenzato la cultura e le tradizioni del borgo.

Gusti e sapori di un mare generoso

La posizione privilegiata di Chianalea, affacciata sul Mar Tirreno, si riflette anche nella sua gastronomia. I ristoranti locali offrono piatti a base di pesce freschissimo, pescato giornalmente e preparato seguendo antiche ricette tradizionali. Non si può visitare Chianalea senza assaporare il suo pesce spada o le sue alici, magistralmente cucinate in mille modi diversi. E per chi ama i dolci, la pasticceria calabrese offre delizie come i mostaccioli e la pitta ‘mpigliata.

Luoghi da non perdere

Oltre alle sue strade pittoresche, Chianalea offre diverse attrazioni. La Chiesa di Santa Maria di Portosalvo è un esempio di architettura religiosa che risale al XVI secolo. Il Castello Ruffo, che domina il borgo dall’alto, offre una vista panoramica mozzafiato sul Mar Tirreno e sulle isole Eolie.

Come arrivare e muoversi a Chianalea

Chianalea è facilmente raggiungibile in auto da Reggio Calabria, prendendo la SS18. Una volta arrivati, il borgo è prevalentemente pedonale, rendendo la passeggiata tra i suoi vicoli un’esperienza piacevole e rilassante. Ci sono parcheggi disponibili all’ingresso del borgo. Per chi preferisce il treno, la stazione di Scilla si trova lungo la Tirrenica Meridionale ed è servita sia dagli intercity che muovono sulla direttrice nord-sud e sia dai regionali che operano sulla linea Reggio Calabria – Paola – Cosenza.

Cosa vedere nei dintorni

Se desiderate esplorare oltre Chianalea, la Riviera dei Cedri e la vicina Scilla sono mete imperdibili. Scilla, con il suo castello a picco sul mare e le sue spiagge dorate, è un altro gioiello della Calabria. Per chi ama la natura, il Parco Nazionale dell’Aspromonte offre sentieri e panorami mozzafiato.

Tra i parchi naturali della Calabria: un affascinante viaggio autunnale alla scoperta del foliage e dei suoi colori mozzafiato

Tra i parchi naturali della Calabria: un affascinante viaggio autunnale alla scoperta del foliage e dei suoi colori mozzafiato

Foliage autunnale in Calabria

Quando si pensa alla Calabria, spesso la mente si proietta immediatamente verso l’immagine di spiagge dorate e acque cristalline. Tuttavia, chi crede che questa regione sia un paradiso prettamente estivo sta per scoprire una sorprendente verità: la Calabria è un luogo che vive in ogni stagione dell’anno, e l’autunno è il momento ideale per svelare la sua magia nascosta.

La chiave per apprezzare appieno l’autunno calabrese è il “Foliage”, un termine che evoca la trasformazione delle foglie, quando perdono la clorofilla e si tingono di tonalità calde di giallo, arancione, rosso e marrone. Questa esplosione di colori, sia nelle foreste che sotto gli alberi, crea scenari fiabeschi e surreali. Negli ultimi anni, il turismo legato al Foliage ha conosciuto una crescita significativa, e la Calabria non vuole restare indietro. Il periodo migliore per ammirare questa magia va dalla fine di ottobre fino a novembre, ma, essendo un fenomeno naturale, le date possono variare leggermente di anno in anno.

Ecco un itinerario da nord a sud attraverso quattro parchi naturali calabresi che offrono spettacolari esperienze di Foliage autunnale:

Parco Nazionale del Pollino

Il Parco Nazionale del Pollino, situato al confine tra la Calabria e la Basilicata, è il parco naturale più grande d’Italia, estendendosi su oltre 103.900 ettari. Prende il nome dal Massiccio del Pollino e copre tre province: Cosenza, Potenza e Matera. Se scegliete il Pollino, esplorate i pittoreschi borghi di Morano Calabro e Civita, entrambi inseriti tra i “Borghi più belli d’Italia”. La natura spettacolare che vi circonda non deluderà mai.

Parco Nazionale della Sila

Il Parco Nazionale della Sila, il più antico tra i parchi calabresi, si estende su quasi 73.700 ettari nel cuore della Sila, abbracciando le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro. La Sila si suddivide in tre aree distintive: Sila Greca, Sila Grande e Sila Piccola. Nel cuore della Sila, potrete visitare il meraviglioso Parco dei Giganti della Sila, l’unico bene FAI in Calabria. Esplorate le vallate e i laghi circostanti, e non dimenticate di assaporare la cucina locale a base della rinomata “patata della Sila” a Camigliatello Silano.

Parco Naturale Regionale delle Serre

Continuando verso sud, si trova il Parco Naturale Regionale delle Serre, che si estende su oltre 17.700 ettari nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria. Questo parco è suddiviso in diverse zone. Se scegliete le Serre, non potete perdere Serra San Bruno, una meta che offre non solo bellezze naturali ma anche un’atmosfera spirituale e prelibatezze culinarie a base di funghi. Potrete immergervi nella bellezza dei boschi e delle faggete che caratterizzano il parco. Inoltre, un luogo poco conosciuto ma affascinante è Nardodipace, nel territorio vibonese, noto per la misteriosa “Stonehenge calabrese”, un insieme di giganteschi megaliti risalenti a un’antica civiltà, forse quella dei Pelasgi (5000-3000 a.C.). Questo luogo è assolutamente da visitare, soprattutto durante il periodo del Foliage autunnale in Calabria.

Parco Nazionale dell’Aspromonte

Spostandoci più a sud nella Calabria, incontriamo il selvaggio Parco Nazionale dell’Aspromonte, che copre interamente la provincia di Reggio Calabria e si estende su poco più di 63.150 ettari. Dal 2021, è parte del circuito dei geo-parchi del patrimonio UNESCO. Se optate per l’Aspromonte, visitate due località imperdibili: Gambarie e Canolo. A Gambarie, una graziosa frazione di Santo Stefano d’Aspromonte, ammirate il caratteristico borgo e la suggestiva fontana di cristallo, simbolo della montagna. Le foreste di abeti, faggi, pini e castagni vi incanteranno. Canolo, sul versante ionico, è un suggestivo borgo protetto dal Monte Mutolo, noto per le sue vette chiamate “Dolomiti del sud”. Qui, tra le faggete, i pini e le querce secolari, potrete esplorare i Piani di Zervò, lo Zomaro, Pietra Cappa, le cascate Mundu e Galasia, e anche mete più remote come il Passo della Limina, il confine naturale tra le Serre e l’Aspromonte.

In conclusione, l’autunno calabrese è un periodo straordinario per esplorare la regione attraverso il Foliage, scoprendo le molteplici sfaccettature di questa terra che offre molto più del solo mare. Preparatevi a vivere una Calabria come non l’avete mai vista, immersi nei colori accesi dell’autunno e nella bellezza naturale dei suoi parchi.